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05.10.2010 - Fondo anti Aids, Usa da record. L'Italia non prende impegni

ROMA - Gli Stati Uniti del presidente Obama stanno per annunciare nella riunione di New York per il rifinanziamento del Fondo Globale contro Aids, malaria e tubercolosi un contributo triennale record: nei corridoi dell'hotel Roosvelt si parla di quasi 4 miliardi dollari in tre anni, un vero boom considerando che gli Usa nei dieci anni di esistenza del Fondo hanno versato 5,5 miliardi di dollari.

E l'Italia per quanto s'impegna, dopo le promesse mancate che ammontano ormai a quasi 290 milioni di euro? "L'Italia non farà nessuna proposta", ha ammesso Elisabetta Belloni, direttore del dipartimento Cooperazione sviluppo del ministero degli Esteri stamattina a margine di un convegno sull'efficacia degli aiuti internazionali. Tra poche ore si apre a New York, nella grande sala dell'hotel Roosvelt, il summit durante il quale i vari paesi, fondazioni associazioni e società private che costituiscono la partnership del Fondo globale contro le tre malattie, annunceranno gli impegni per il prossimo triennio. Nessun membro autorevole del governo italiano sarà presente, e questo la dice lunga sulla nostra situazione definita "imbarazzante" da molte organizzazioni non governative: l'Italia è comunque rappresentata dal nostro ambasciatore.

Piano di rientro. Per quanto riguarda gli impegni già presi, si cerca una via d'uscita con una difficile trattativa tra ministeri. La Belloni ha dichiarato: "Il nostro dipartimento sta trattando con Palazzo Chigi e con il ministro Giulio Tremonti per definire un piano di rientro per i contributi che l'Italia non ha erogato al Fondo negli ultimi due anni" (si tratta in totale di 260 milioni di euro più 30 milioni di dollari annunciati da Berlusconi al vertice G8 del 2009 a L'Aquila).

Hit parade dei contributi. Dal 2001 al 2010 sono stati gli Usa i maggiori contribuenti del Fondo globale (5,5 miliardi di dollari): adesso dovrebbe arrivare un investimento triennale record. Poi vengono Francia (che nei dieci anni ha versato 2,4 miliardi di dollari) e Italia (1,3 miliardi). Ma non avendo saldato le quote di due anni, l'Italia è scivolata al settimo posto. Quindi c'è la Comunità Europea (con 1,2 miliardi), il Giappone e la Germania, il Regno Unito, il Canada e la Spagna (Catalogna inclusa), Paesi Bassi, Svezia e Norvegia. Ma è proprio quest'ultimo paese, che in 10 anni ha versato 353 milioni di dollari, che occupa il primo posto come contribuente sia in relazione al Pil che al numero di abitanti. Anche la Norvegia, insieme a Francia e Canada e in maniera ridotta tutti gli altri grandi paesi, annunciano in queste ore, nei 3 minuti a loro disposizione, incrementi di risorse nei prossimi tre anni, fino al venti per cento, nonostante la crisi.

Effetti del mancato contributo. L'Osservatorio globale dell'Aids, network di varie ong nazionali e internazionali, segnala che "i soldi che l'Italia ha promesso ma non ha mai versato potrebbero significare molto per la vita di milioni di persone minacciate dalla tre pandemie. Con i 260 milioni di euro delle due quote annuali, per esempio, si potrebbe pagare il trattamento salvavita con i farmaci antiretrovirali a 100mila persone affette da HIV/AIDS; si potrebbero trattare 284mila persone malate di tubercolosi e distribuire 8 milioni di zanzariere impregnate con insetticida per la prevenzione della malaria. Per il nostro paese, quindi, si tratta solo di sfigurare davanti al resto del mondo. Per i beneficiari dei progetti finanziati attraverso il Fondo, significa molto di più".

Fonte: Repubblica



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