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07.01.2010 - Usa, via libera agli stranieri sieropositivi cancellata la norma in vigore dall'87

WASHINGTON - Le persone sieropositive potranno entrare, viaggiare, lavorare e risiedere negli Usa, cosa proibita fino a oggi. Da domani, infatti, negli Stati Uniti diventa esecutiva la legge, depositata lo scorso 2 novembre, che cancella il divieto di ingresso e permanenza negli Stati Uniti per le persone affette da Hiv/Aids, in vigore dal 1987.

Il divieto prevedeva che un cittadino straniero malato di Aids, per entrare negli Usa, avrebbe dovuto richiedere un visto, allegando una lettera del proprio medico, una scheda sulla motivazione del viaggio, un'assicurazione sanitaria e un contratto di lavoro nel Paese di origine. Ciò, secondo un'inchiesta pubblicata nel 2007 dal quotidiano britannico Times, faceva sì che i sieropositivi entrassero negli Stati Uniti illegalmente, con il rischio di essere accusati di immigrazione clandestina.

E' stato il presidente americano Barack Obama a rimuovere lo scorso ottobre, con il Ryan White Hiv/Aids Treatment Extension Act, il provvedimento che dal 1987 anni prevedeva un visto speciale difficilissimo da ottenere. La norma, aveva spiegato il capo della Casa Bianca, era stata decisa in un momento in cui i visitatori negli Stati Uniti venivano visti come una "minaccia". "Se vogliamo essere leader mondiali nella lotta all'Hiv/Aids, abbiamo bisogno di agire così senza marchiare le persone affette dal virus" aveva detto Obama dando l'annuncio di voler tenere nel 2012 la Conferenza mondiale sull'Aids proprio negli Stati Uniti.

Plaudono le associazioni, anche in Italia. "E' finalmente finita un'ingiusta e pericolosa discriminazione, che per oltre vent'anni ha provocato divisioni nelle famiglie, perdita di opportunitá di lavoro, difficoltà nel seguire le terapie, per tante persone sieropositive", ha detto Alessandra Cerioli, presidente della Lila. La Lega italiana per la lotta contro l'Aids ricorda che ancora in tanti paesi vigono simili restrizioni su ingresso o permanenza, "e ventisette prevedono la deportazione. Per rimanere nella regione europea sono ventuno i paesi che considerano ancora le persone sieropositive una minaccia per la salute pubblica e hanno norme discriminatorie nei loro confronti".

In previsione della prossima Conferenza sull'Aids, che si terrà a Vienna quest'anno, la Lila insieme alle altre associazioni europee "si sta battendo - ha rilevato Cerioli - perché un segnale forte dell'impegno nella lotta contro stigma e discriminazione arrivi proprio dall'Europa. Il segnale che ci aspettiamo - ha concluso - è che i Paesi europei e confinanti cancellino queste norme restrittive entro la fine del 2010".

Fonte: La Repubblica



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