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27.02.2009 - Movimento internazionale per il rispetto dei Diritti dell'infanzia
“Non meravigliarti se dicono che hanno stuprato una bambina o violentato un bambino.
Non stupirti se una bomba ha mutilato o dilaniato un ragazzo.
Non sorprenderti se ciò che indossi proviene dallo sfruttamento del lavoro minorile.
Pensa ai tuoi figli, a tuo fratello o a tua sorella, pensa al bambino della porta accanto; potrebbero essere anche loro le vittime di queste ingiustizie.
Se non vuoi che il dolore uccida chi ami, fai qualcosa: difendi i loro Diritti.”
Diritti a colori, l’iniziativa di Fondazione Malagutti onlus per promuovere e sostenere i diritti dell’infanzia, ha attivato un gruppo nel popolare strumento di social network Facebook.
Nasce il 27 febbraio, il “Movimento internazionale per il rispetto dei Diritti dell'infanzia” che si pone come obiettivo i 13 punti elencati nel “Manifesto”, pubblicato anche in lingua inglese e francese.
Abbiamo scelto il 27 febbraio per la pubblicazione del “Manifesto”, commemorando così i tanti, troppi bambini vittime della nostra società. In questo giorno si ricorda l'eccidio di bambini avvenuta a Ramadi, in Iraq, il 27 febbraio 2007. Strage premeditata per colpire bambini intenti a giocare.
Questo massacro è stato causato dall'esplosione di una bomba, che ha ucciso 18 persone (12 bambini e adolescenti e 6 donne), quei bambini stavano giocando una partita di calcio in un parco pubblico.
Non è stata un’azione di guerra, ma un atto criminale deliberatamente commesso verso quei bambini che rappresentavano l’esistenza di un popolo e il futuro di una nazione. Erano intenti a giocare, erano intenti a costruire il loro mondo, esercitavano il diritto di condividere l’amicizia con il gioco, quello più immediato, quello più popolare: il gioco con la palla.
Tutelare i bambini nei conflitti armati è un obbligo imposto dal diritto internazionale umanitario.
La Convenzione di Ginevra concorda per i bambini una protezione speciale, specificando che per loro debba essere, sempre, garantita la dovuta assistenza, anche in situazioni di crisi.
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